SAN PIETROBURGO – La lunga settimana russa si è spostata per la seconda tappa a San Pietroburgo, la seconda città del paese dopo Mosca, con una popolazione superiore ai cinque milioni di abitanti che ne fanno la quarta città del continente dopo Istanbul, Mosca e Londra. Nota fino al 1991 come Leningrado, San Pietroburgo (deve il suo nome al fondatore, nel 1703, Pietro il Grande) è una città affascinante, che ospita l’Hermitage, museo di arte e cultura che è una delle principali attrazioni al mondo, nonché il grattacielo più alto d’Europa, il Lakhta Center, 462 metri di altezza e 87 piani. La squadra di basket è di recente costituzione: nel 2014 è stata trasferita qui da Lyubertsy mantenendone i diritti di partecipazione alla VTB League e all’epoca all’Eurocup ed entrando nella galassia dello Zenit, una polisportiva locale guidata dalla squadra di calcio. Di fatto, lo Zenit ha preso il posto dello Spartak, la storica squadra di basket locale che negli anni ’70 ha anche vinto due coppe europee. Lo Zenit ha rapidamente scalato le gerarchie non solo in Russia. Nel 2019/20 ha ottenuto la prima wild-card per partecipare all’EuroLeague che le è stata rinnovata la stagione successiva in cui ha raggiunto i playoff, meritandosi la “conferma”. La squadra anzi è stata rafforzata e soprattutto allungata.

IL RICORDO – Il ricordo è legato alla presenza di due ex che all’Olimpia hanno lasciato eccellenti ricordi. Arturas Gudaitis è stato a Milano tre anni. Ha avuto anche un brutto infortunio, a Gran Canaria nel 2019 che ha senza dubbio complicato la corsa verso i playoff della squadra di allora. Milano era stata la sua prima esperienza all’estero, poi appunto è subentrata San Pietroburgo dove dopo un anno è stato raggiunto da Mindaugas Kuzminskas. Era successo lo stesso a Milano: prima era arrivato Gudaitis e poi Kuzminskas. I due lituani furono decisivi nella conquista dello scudetto del 2018. Nella partita decisiva in cui Shavon Shields segnò 31 punti per Trento, prima della stoppata salva stagione di Andrew Goudelock su Dominque Sutton, prima dei tiri liberi dell’ultimo sorpasso di Curtis Jerrells, i due baltici giocarono una partita di spessore mettendo la squadra nelle condizioni di spuntarla. Occorre ricordare per gli storici che il Simmenthal giocò la finale di Coppa delle Coppe del 1971 proprio contro la squadra di San Pietroburgo, allora lo Spartak, perdendo nell’allora Unione Sovietica la gara di andata ma ribaltando il risultato nel ritorno. L’allenatore di quella squadra Vladimir Kondrashin come tecnico della Nazionale un anno dopo vinse l’oro olimpico a Monaco battendo in finale gli Usa con un dibattuto canestro sulla sirena di Alexander Belov, che giocava anche lui a San Pietroburgo.

L’ARENA – Si chiama Sibur Arena, ospita anche le partite di hockey che in Russia è ovviamente molto popolare e può ospitare fino a 7.000 spettatori. Quando l’Olimpia è venuta qui l’anno passato, a dispetto dell’emergenza Covid-19, l’arena era quasi piena. Quest’anno sono subentrate nuove restrizioni e lo Zenit non ha mai giocato con più di 2.000 spettatori presenti.

TRAVEL NOTES – L’Olimpia è ripartita da Kazan pochi minuti prima della mezzanotte locale ed è atterrata due ore dopo a San Pietroburgo, trovando un po’ di nevischio e una temperatura attorno allo zero. La squadra ha cenato in aereo, poi il tragitto dall’aeroporto all’hotel ha richiesto altri 45 minuti di trasferimento. A San Pietroburgo si è allenata nel pomeriggio, dopo il tampone indispensabile per poter poi viaggiare dopo la partita. Purtroppo, si è allenata senza Dinos Mitoglou. La partita di Kazan ha lasciato in eredità alla stagione il suo infortunio. Dinos ha effettuato a San Pietroburgo gli esami strumentali, ma la diagnosi azzardata subito dopo la gara dal Dottor Acquati si è rivelata purtroppo corretta. Frattura del quinto metatarso. La giornata a San Pietroburgo l’ha trascorsa sulle stampelle e con un tutore. Malcolm Delaney si è trattenuto alla Sibur Arena per un’altra seduta di allenamento individuale, importante lungo la strada del recupero. Ci sono 14 giocatori a San Pietroburgo, ma due sono fermi, quindi nessun turnover per la partita. In panchina andrà Davide Alviti.

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